Paolo Borsellino, il magistrato che si oppose alla Mafia

19 luglio 1992. Venticinque anni fa avveniva la strage di Via d'Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta (ai quali dedicheremo un articolo apposito).
Un attentato di stampo mafioso, commissionato dall'allora boss di Cosa nostra Totò Riina.
Il processo ha avuto inizio qualche giorno fa anche se all'appello manca ancora il boss Mattia Messina Denaro che vaga ancora liberamente.
La strage di via d'Amelio fa seguito alla strage di Capaci dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta.
Troppe incertezze, troppi errori che ancora sussistono a distanza di 25 anni.
Un ordigno installato a bordo di un'automobile parcheggiata nei pressi dell'abitazione della madre del giudice che ha annichilito tutta l'Italia.
Già perché con la morte di Paolo Borsellino morì anche una parte di italiani onesti, italiani che ancora gridano giustizia contro i soprusi di un ammasso di fantomatici che nel cuore covano rabbia, potere, bramano inganni, disposti ad uccidere.
Si incontrano per strada, alla luce del sole, sono quelli con giacca e cravatta, i cosiddetti uomini d'onore, con le loro valigie di pelle colme di sangue; sono onorevoli, politici che vendono la propria anima in cambio del dio denaro. Già poiché il denaro è un idolo, ti dona rispetto.
Fumo, lamiere contorte e un silenzio straziante spezzato solamente dalle sirene dei tempestivi soccorsi sono le ultime immagini di telegiornali e quotidiani dell'epoca.
"Ora tocca a me" diceva Paolo Borsellino dopo la morte del suo amico e collaboratore Giovanni Falcone.
Risuonano le sue parole ad Agnese, sua compagna di vita, come un testamento: "Mi uccideranno ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri"


«La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità»

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