Giocare con i tacchi a spillo? Si, è possibile. O almeno non come potremmo immaginare.Da qualche anno si fa sempre più largo nel mondo dello sport il calcio femminile.
Ed è proprio al calcio femminile e più nello specifico, calcio a 5, che abbiamo deciso di dedicare uno spazio all'interno del nostro blog.
Da oggi nascerà la rubrica "Il calcio rosa", e prevederà una serie di interviste alle calciatrici del territorio calabrese.
Cominciamo con le ragazze di due squadre di calcio che sabato scorso hanno disputato la finale della Coppa Italia Dilettanti: le ragazze della Sangiovannese e quelle della AGLES Catanzaro.
Vi presentiamo Giuseppina De Marco, calciatrice e capitano della Sangiovannese.
D: "Buongiorno e grazie per l’intervista che ci stai concedendo".
R: "Buongiorno. Grazie a voi".
D: "Sei nata in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?"
R: "Di certo mi ha spinta la passione che mi è stata trasmessa da mio padre".
D: "Perché hai preferito il calcio a 5 al calcio ad 11?"
R: "Non ho preferenza alcuna. Giocare in qualsiasi campo mi fa sentire libera da ogni pensiero".
D: "Ti è mai capitato nella tua carriera, magari quando eri più piccola, subire dei pregiudizi o ingiustizie per la tua passione considerata da molti (prettamente maschile)?"
R: "Si, mi è capitato. Quando da piccola giocavo con i ragazzi, ero in una squadra di maschi, sempre nella Sangiovannese. E spesso nelle trasferte gli avversari mi sottovalutavano e forse proprio questo mi dava la voglia di battermi e dimostrare che le donne sono capaci anche di battere gli uomini".
D: "A che età hai cominciato a giocare?"
R: "All'età di 7 anni".
D: "In che ruolo giochi?"
R: "Pivot".
D: "Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?"
R: "Ho molti impegni settimanali ma con la dovuta organizzazione si riesce a fare tutto. Soprattutto do priorità allo studio".
R: "Non ne ho uno in particolare. Per me ogni domenica è un ricordo stupendo. Ma se dovessi scegliere penso quello di ieri 6 gennaio 2018 Final Four".
D: "Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?"
R: "No, nessuno. Preferisco solo ascoltare buona musica che mi da la carica giusta".
D: "Quali sono i tuoi idoli calcistici?"
R: "Senza dubbio Messi, è sempre stato il mio calciatore preferito, sin da bambina".
D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"
R: "Forti emozioni ma soprattutto una grande crescita, sia fisica e sia mentale. Le compagne di squadra ti aiutano molto, così come lo sport aiuta molto ad affrontare e superare ansia ed emozioni".
D: "Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?"
R: "A non mollare mai. Così come non si molla mai in campo e si lotta su ogni pallone, anche nella vita in ogni cosa non si molla mai. E soprattutto a credere molto in me stessa".
R: "Senza dubbio la mia famiglia. Sono sempre presenti e mi hanno sempre dato la possibilità di esaudire i miei desideri calcistici seguendomi ovunque e soprattutto dandomi il supporto anche durante le partite no".
Vi presentiamo Giuseppina De Marco, calciatrice e capitano della Sangiovannese.
D: "Buongiorno e grazie per l’intervista che ci stai concedendo".
R: "Buongiorno. Grazie a voi".
D: "Sei nata in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?"
R: "Di certo mi ha spinta la passione che mi è stata trasmessa da mio padre".
D: "Perché hai preferito il calcio a 5 al calcio ad 11?"
R: "Non ho preferenza alcuna. Giocare in qualsiasi campo mi fa sentire libera da ogni pensiero".
D: "Ti è mai capitato nella tua carriera, magari quando eri più piccola, subire dei pregiudizi o ingiustizie per la tua passione considerata da molti (prettamente maschile)?"
R: "Si, mi è capitato. Quando da piccola giocavo con i ragazzi, ero in una squadra di maschi, sempre nella Sangiovannese. E spesso nelle trasferte gli avversari mi sottovalutavano e forse proprio questo mi dava la voglia di battermi e dimostrare che le donne sono capaci anche di battere gli uomini".
D: "A che età hai cominciato a giocare?"
R: "All'età di 7 anni".
D: "In che ruolo giochi?"
R: "Pivot".
D: "Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?"
R: "Ho molti impegni settimanali ma con la dovuta organizzazione si riesce a fare tutto. Soprattutto do priorità allo studio".
D: "Quali sono i ricordi più belli che hai legati alla tua attività agonistica?"
R: "Non ne ho uno in particolare. Per me ogni domenica è un ricordo stupendo. Ma se dovessi scegliere penso quello di ieri 6 gennaio 2018 Final Four".
D: "Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?"
R: "No, nessuno. Preferisco solo ascoltare buona musica che mi da la carica giusta".
D: "Quali sono i tuoi idoli calcistici?"
R: "Senza dubbio Messi, è sempre stato il mio calciatore preferito, sin da bambina".
D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"
R: "Forti emozioni ma soprattutto una grande crescita, sia fisica e sia mentale. Le compagne di squadra ti aiutano molto, così come lo sport aiuta molto ad affrontare e superare ansia ed emozioni".
D: "Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?"
R: "A non mollare mai. Così come non si molla mai in campo e si lotta su ogni pallone, anche nella vita in ogni cosa non si molla mai. E soprattutto a credere molto in me stessa".
D: "A fianco di quale campione del calcio e maschile e femminile ti piacerebbe giocare?"
R: "Al fianco di nessuno in particolare. Ogni compagno ha la sua storia. Le mie compagne sono perfette così, non ho bisogno di nessuno se non di loro. E sono fiera di essere il loro capitano".
D: "Cosa differenzia secondo te il calcio femminile da quello maschile?"
R: "Credo non ci sia differenza. Se non dei protagonisti stessi, mentre lì a giocare sono degli uomini da noi sono delle donne".
D: "Come ti vedi tra dieci anni?"
R: "Esattamente come ora, temeraria, sperando di crescere e migliorare sempre più. Nulla di più.
Vivo giorno dopo giorno senza pensare a come potrei essere, piuttosto penso a come sono".
D: "Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?"
R: "Obiettivo principale: crescere sempre più. E soprattutto vincere con la mia squadra".
D: "Come giudichi il calcio calabrese?"
R: "Non ho un giudizio sul calcio calabrese ma sono contenta di come i calabresi sostengano le loro squadre".
D: "Chi è il tuo più grande tifoso?"
R: "Senza dubbio la mia famiglia. Sono sempre presenti e mi hanno sempre dato la possibilità di esaudire i miei desideri calcistici seguendomi ovunque e soprattutto dandomi il supporto anche durante le partite no".
D: "Quali consigli ti sentiresti di dare ad una bambina che come te vorrebbe intraprendere la carriera calcistica?"
R: "Di credere sempre nei propri sogni, perché un vero calciatore per me è colui che non smette mai di sognare. Di avere autostima di se e di non mollare mai questa passione, perché se ci si crede fino alla fine regala tante emozioni che aiuteranno nella propria crescita professionale".
D: "Grazie per l’intervista. Vuoi salutare e dire grazie a qualcuno?"
R: "Grazie a voi. Si, saluto tutti i tifosi della Sangiovannese e ringrazio tutti coloro che credono in me".
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