La donna che cantava l'amore: Dalida

Mi ha sempre incuriosito la vita di Dalida. Ho letto molte cose su di lei, sulla sua vita e s ciò che poi la spinse ad un gesto estremo come il suicidio.
Ho avuto l'occasione di guardare il film a lei dedicato. Un film ben fatto che racconta la vita di questa donna, una grande donna.
Dalida è lo pseudonimo di Iolanda Gigliotti. Un'infanzia difficile, vittima di bullismo da parte delle sue coetanee a causa di uno strabismo che la costringeva a dover portare gli occhiali.
Piangeva perché si sentiva brutta.
Ma il Cielo aveva grandi progetti per lei. Ed eccola nel suo immenso splendore e dotata di una voce melodiosa e capace di sciogliere anche il cuore più freddo.
Dalida cantava l'amore, quell'amore che lei cercava e di cui ne sentiva necessità. Voleva essere amata non chiedeva altro.
Una carriera colma di successi. Tra film e concerti. Tante le canzoni italiane che Dalida interpretò e portò al successo.
Nonostante tutto ciò Dalida non trova pace dentro sé. Nel suo cuore ha un sogno quello di sposarsi ed essere madre. In fondo essere madre è il sogno di ogni donna.
Nel 1961 convola a nozze con Lucien Morisse dal quale divorzierà dopo appena un mese. Nonostante ciò resteranno comunque buoni amici.
Dalida ebbe poi una relazione con un giovane pittore, con un giornalista e nel 1966 con Luigi Tenco con il quale prenderà parte al Festival di Sanremo del 1967 con la canzone "Ciao Amore Ciao".
Il triste epilogo di quell'amore ebbe come finale la morte di Luigi Tenco.
Fu lei a trovare Luigi Tenco privo di vita nella sua camera d'albergo.
Un mese dopo si recò in un hotel a Parigi, lo stesso dove anni prima aveva alloggiato con Tenco, e tentò il suicidio ingerendo una dose elevata di barbiturici e solo l'intervento tempestivo di una cameriera la salvò da morte certa.
Qualche mese dopo conobbe uno studente ventiduenne con il quale ebbe una relazione. Rimasta incinta decise però di abortire. L'aborto ebbe però delle complicazioni che la portarono a non poter più avere figli.
Un colpo durissimo.
Ancora due relazioni che però finirono male.
Nel 1986 torna nei luoghi d'infanzia per prendere parte ad un film. L'ultimo film della sua vita.
Infatti, quei luoghi riaccendono in lei vecchi ricordi che le hanno lasciato cicatrici che neanche il tempo ha curato.
E così nella notte tra il 2 e il 3 maggio 1987 sale su quel treno, il treno che la condurrà in Paradiso da Luigi, quell'amore tormentato. Ad ucciderla un'iniezione letale di barbiturici.
Se ne andava così la ragazza triste, malinconica, la ragazza che cantava l'amore, quell'amore che aveva cercato con tutte le forze sulla terra ma i suoi tentativi si erano rivelati inutili.
"La morte è un sogno" diceva. E lei da quel sogno non si è più voluta risvegliare.
Se ne è andata nel silenzio della notte, senza disturbare.
"Perdonatemi la vita mi è insopportabile" cita un foglio di carta.
Ha chiesto scusa a tutti coloro che l'hanno amata e che ancora oggi non possono dimenticare la sua grandezza, il suo splendore. E lei da lì ci guarda con quell'aria malinconica e con quell'amore che di certo avrà trovato.



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