“Un
Amore, un Destino” è il libro d’esordio di Roby Modesto Maria Contarino,
giovane scrittore, poeta e cantautore crotonese.
Il
libro ispirato ad una storia realmente accaduta trova la sua ambientazione a
Crotone in un arco di tempo che va dal 1999 al 2009. Un decennio, insomma, in
cui si alternano le vicende di un ragazzo, Lorenzo, e di una ragazza, Angelica.
Entrambi
così diversi eppure uniti da un qualcosa di estremamente invisibile agli occhi
di colui che non riesce ad andare oltre la semplice apparenza.
D: “Buongiorno, da cosa nasce
questo libro?”.
R: “Buongiorno a tutti. Questo
libro nasce da una storia a me raccontata da un mio caro amico che ha preferito
restare anonimo. Nasce perché ho sentito l’esigenza di condividerla con altri.
Io credo che la storia di Lorenzo ed Angelica sia un po’ la storia di tutti
quanti perché l’adolescenza è quella fase che ognuno di noi ha vissuto. Di
conseguenza chi va a leggere questo libro si sente in un certo qual modo
immedesimato nei due personaggi. E poi il libro affronta due temi ancora oggi,
purtroppo, attuali e cioè il Bullismo e la violenza sulle donne”.
D: “Lei nel libro sottolinea
scenari stupendi che Crotone offre ma nello stesso tempo sottolinea come esse
non vengano apprezzate dai cittadini stessi. Perché secondo lei ciò accade?”
R: “Io credo che Crotone non abbia
nulla da invidiare ad altre città. Basti pensare che abbiamo un mare favoloso e
un patrimonio ricco di storia ma purtroppo non ce ne rendiamo conto. Io dico
che questo è comune atteggiamento dell’essere umano che non riesce ad
apprezzare ciò che lo circonda e allora è portato a disprezzare. Tutto ciò
purtroppo si riflette e non poco anche nella comunità tutta.
La città in fondo è dei cittadini
però questo molte volte non viene ben compreso”.
D: “Un Amore, un Destino. Perché
questo titolo?”
R: “L’amore è, a mio parere, la
cosa più bella che esista nel mondo. L’amore costruisce ponti, l’amore unisce,
l’amore vince su tutto e vince ogni cosa. Dall’altra parte vi è il destino. Io
lo definisco ‘il bandito nero’ perché è quel qualcosa che travolge e stravolge
la vita di ogni singola persona. Nel libro, quando si parla di destino, porto
due esempi: il primo risale al 1912 e per lo specifico all’affondamento del
Titanic. Leggevo infatti che se il Titanic non fosse affondato molto
probabilmente l’Inghilterra non si sarebbe venuta a trovare in una grave crisi
economica e dunque non avrebbe preso parte alla Prima Guerra Mondiale. Ciò mi
porta a pensare che forse la guerra non ci sarebbe stata o per lo meno non
avrebbe avuto il pesante esito che ebbe.
Il secondo esempio risale invece al
1949, più precisamente al 4 maggio 1949 quando l’aereo che trasportava i
giocatori del Grande Torino andava a schiantarsi a Superga. Solo il fato li
vinse e se non li avesse strappati alla vita oggi molto probabilmente il Torino
conterebbe molti più trofei così come la Nazionale Italiana.
Nel libro il destino ha un ruolo
particolare che però non oso svelare per non rovinare in alcun modo la lettura”.
D: “Lei ha parlato di Bullismo e Violenza
sulle donne. Due temi oggi purtroppo molto attuali e contro i quali lei si batte
da anni vero?”
R: Si. Esattamente dal 2013 quando
in seguito alla morte atroce di Fabiana Luzzi e dalla rabbia poi che ne è
scaturita io e altri due miei amici abbiamo deciso di creare un gruppo facebook
‘Violenza sulle donne? No, grazie’ e in questi anni sono state tante le donne
che siamo riusciti ad aiutare. Oggi il gruppo conta ben otto amministratori e
colgo l’occasione per ringraziarli di cuore per tutto ciò che fanno. Un grazie a
Francesco, Demetrio, Alessandro, Mary, Giulia, Alfina, Chiara, Marta e a tutti
coloro che ci seguono sempre e ci manifestano la loro fiducia e il loro
affetto.
Ho inoltre intrapreso un tour nelle
scuole per sensibilizzare i ragazzi su questi due temi.
Il gruppo conta oggi 1200 membri. L’obiettivo
ora resta raggiungere i 1500”.
D: “Nel libro si parla anche di
rapporti genitori-figli. Quale è il consiglio che si sente di dare a chi si
appresta a diventare genitore o anche a chi già lo è?”
R: “Il mestiere di genitore io
credo sia il più difficile che esista. Oggi ho notato che ciò che manca di più
nelle famiglie è il dialogo. Purtroppo i cellulari, la televisione, i social
network ci hanno isolato dalle persone. Ce ne stiamo nel nostro mondo fatto di
amicizie virtuali e ciò porta poi ad un isolamento progressivo che fa male. L’uomo
non è fatto per essere solo. Il consiglio che mi sento di dare ai genitori è
quello di parlare con i figli, di confrontarsi e di non dare tutto per scontato
e soprattutto non caricarli di eccessive responsabilità”.
D: “E alle insegnanti che consiglio
si sente di dare?”
R: “Questa domanda mi è già stata
posta durante una presentazione. Io penso che l’insegnate deve un ‘faro’ che
emana buona luce e in grado di condurre a porto sicuro le ‘barche’ in mezzo al
mare, cioè gli alunni. Per fare ciò ci si deve innanzitutto ricordare di essere
uomo o donna, poi madre o padre e infine il ruolo che si ricopre. Purtroppo
molte volte ci si fa prevalere solamente il ruolo che si ricopre e
indubbiamente ciò porta ad un totale fallimento”.
D: “Finiamo questa breve intervista
leggendo un passo del suo libro”.
R:
“Quando aprì gli occhi, il cielo era ancora lì, con il suo azzurro
monotono e brillante. Neanche l'ombra di una nuvola.
Angelica era lì, la sentiva, sentiva il suo respiro, la sua voce, era lì accanto a lui".
Angelica era lì, la sentiva, sentiva il suo respiro, la sua voce, era lì accanto a lui".
A cura di G.F.
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