Ieri 8 marzo ricorreva l'ottantaduesimo anniversario di morte di Hachiko. Una storia che a distanza di anni è diventato un film, una storia che continua a commuovere grandi e piccini, una storia che insegna il vero amore.
Amare significa donare sé stessi senza nulla chiedere in cambio. Amare significa amare senza sé e senza ma.
L'amore di un cane che ci insegna il vero valore della vita.
La sua vita comincia il 10 novembre 1923.
Hachiko era un Akita Inu bianco e all'età di due mesi incontra e viene adottato dal professor Ueno.
Il professore pendolare per lavoro ogni mattina si dirigeva in stazione per prendere il treno che lo portava all'Università dove insegnava.
Hachiko lo accompagnava ogni mattina e quando il professore rientrava, ritornava alla stazione e lo aspettava.
Ineffabile, però, il destino fa il suo corso e nel 1925 il professor Ueno muore stroncato da un ictus mentre era all'università.
Come ogni giorno Hachiko era lì, fuori la stazione, ad attendere l'amato padrone che non sarebbe mai più ritornato.
Hachiko attese invano il padrone e così fece per tutti i giorni seguenti conquistando il cuore del capostazione e di tutti i viaggiatori che quotidianamente prendevano il treno.
Con il passare del tempo tutta la popolazione giapponese venne a conoscenza della bellissima storia di Hachiko e molte persone si recavano alla stazione per accarezzarlo, per accudirlo offrendogli cibo e riparo.
E lui era sempre lì, fedele amico dell'uomo ad attendere il suo amato padrone.
Nonostante l'invecchiamento Hachiko continuò sempre e ininterrottamente a recarsi alla stazione nel momento in cui il suo padrone, defunto, sarebbe dovuto ritornare.
Muore all'età di undici anni di filariasi dopo aver atteso per lunghi nove anni il ritorno del suo padrone.
Il suo corpo venne trovato in una strada di Shibuya. La sua morte commosse il mondo intero. La notizia della sua morte inondò le prime pagine dei quotidiani.
Venne inoltre indetto un giorno di lutto per ricordare il suo gesto d'amore e di fedeltà nei confronti del suo padrone.
Il corpo di Hachiko è stato conservato tramite tassidermia ed esposto nel museo Nazionale di Natura e Scienza.
Nonostante ciò, però, alcune sue ossa sono sepolte accanto alla tomba del professore Ueno.
L'8 marzo di ogni anno viene organizzato, in Giappone, una cerimonia per ricordare Hachiko e il suo gesto d'amore e di fedeltà.
Inoltre una delle uscite della stazione è a lui dedicata.
Hachiko è il simbolo incontrastato dell'amore vero, puro. Amore che costruisce e non distrugge; amore che unisce e non divide.
A coloro che dicono: "è solamente un cane" e non riescono ad andare oltre, accecati dai pregiudizi, dal loro cuore di pietra in cui celano tristezza e rassegnazione.
A coloro che amano ponendosi limiti.
Ad Hachiko e a tutti gli amici a quattro zampe che ogni giorno colorano e rendono meravigliosa la nostra vita, leccando le nostre ferite, scodinzolando la coda, distruggendo scarpe e divani e insegnandoci che l'amicizia può durare per sempre.
Amare significa donare sé stessi senza nulla chiedere in cambio. Amare significa amare senza sé e senza ma.
L'amore di un cane che ci insegna il vero valore della vita.
La sua vita comincia il 10 novembre 1923.
Hachiko era un Akita Inu bianco e all'età di due mesi incontra e viene adottato dal professor Ueno.
Il professore pendolare per lavoro ogni mattina si dirigeva in stazione per prendere il treno che lo portava all'Università dove insegnava.
Hachiko lo accompagnava ogni mattina e quando il professore rientrava, ritornava alla stazione e lo aspettava.
Ineffabile, però, il destino fa il suo corso e nel 1925 il professor Ueno muore stroncato da un ictus mentre era all'università.
Come ogni giorno Hachiko era lì, fuori la stazione, ad attendere l'amato padrone che non sarebbe mai più ritornato.
Hachiko attese invano il padrone e così fece per tutti i giorni seguenti conquistando il cuore del capostazione e di tutti i viaggiatori che quotidianamente prendevano il treno.
Con il passare del tempo tutta la popolazione giapponese venne a conoscenza della bellissima storia di Hachiko e molte persone si recavano alla stazione per accarezzarlo, per accudirlo offrendogli cibo e riparo.
E lui era sempre lì, fedele amico dell'uomo ad attendere il suo amato padrone.
Nonostante l'invecchiamento Hachiko continuò sempre e ininterrottamente a recarsi alla stazione nel momento in cui il suo padrone, defunto, sarebbe dovuto ritornare.
Muore all'età di undici anni di filariasi dopo aver atteso per lunghi nove anni il ritorno del suo padrone.
Il suo corpo venne trovato in una strada di Shibuya. La sua morte commosse il mondo intero. La notizia della sua morte inondò le prime pagine dei quotidiani.
Venne inoltre indetto un giorno di lutto per ricordare il suo gesto d'amore e di fedeltà nei confronti del suo padrone.
Il corpo di Hachiko è stato conservato tramite tassidermia ed esposto nel museo Nazionale di Natura e Scienza.
Nonostante ciò, però, alcune sue ossa sono sepolte accanto alla tomba del professore Ueno.
L'8 marzo di ogni anno viene organizzato, in Giappone, una cerimonia per ricordare Hachiko e il suo gesto d'amore e di fedeltà.
Inoltre una delle uscite della stazione è a lui dedicata.
Hachiko è il simbolo incontrastato dell'amore vero, puro. Amore che costruisce e non distrugge; amore che unisce e non divide.
A coloro che dicono: "è solamente un cane" e non riescono ad andare oltre, accecati dai pregiudizi, dal loro cuore di pietra in cui celano tristezza e rassegnazione.
A coloro che amano ponendosi limiti.
Ad Hachiko e a tutti gli amici a quattro zampe che ogni giorno colorano e rendono meravigliosa la nostra vita, leccando le nostre ferite, scodinzolando la coda, distruggendo scarpe e divani e insegnandoci che l'amicizia può durare per sempre.
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