E il Grande Torino diventò leggenda....

Vi sono storie che non tramonteranno mai.
Immagino un uomo, con la vita vissuta, la bianca barba, la pipa tra le labbra, dinanzi al calore di un camino narrare al caro nipotino una storia, la storia di undici guerrieri, undici eroi, immortali e divenuti leggenda.
Granata si è nel sangue. Si esulta quando si vince, si soffre quando si perde, si tifa insieme.
La storia che sto per raccontarvi ha inizio nell'estate del 1939, quando un industriale torinese, Ferruccio Novo, assunse la presidenza del Torino.
Accanto a lui validissimi collaboratori: Vittorio Pozzo, Antonio Janni, Mario Sperone, Giacinto Ellena, Arnaldo Agnisetta, Roberto Copernico.
A guidare la squadra due tecnici di altissimo rango: Leslie Lievesley, allenatore prima delle giovanili poi allenatore in seconda della Prima squadra, e Ernest Egri Erbstein.
Il primo colpo targato "Novo" fu Franco Ossola, esperto attaccante diciottenne del Varese.
Nel 1941/42 arrivò Guglielmo Gabetto ritenuto ormai inadatto al calcio giocato dai "nemici bianconeri".
A completare l'organico arrivarono: i portiere Bacigalupo e Ballarin (quest'ultimo insieme al fratello Aldo, difensore), Rigamonti, Castigliano, Maroso, Loik, Martelli, Tomà, Grezar, Menti e il grande capitano Valentino Mazzola.
Una macchina calcistica micidiale capace di stampare sulla maglietta ben cinque scudetti consecutivi e portare il tricolore azzurro nel mondo intero.
Un triste pomeriggio di maggio del 1949 il Torino divenne leggenda.

"Il cielo si sfaldava in nebbia. E la nebbia cancellava Superga"...

I loro nomi splendono ora nel firmamento celeste.

Giocatori:

- Valerio Bacigalupo (25)
- Aldo Ballarin (27)
- Dino Ballarin (23)
- Emile Bongiorni (28)
- Eusebio Castigliano (28)
- Rubens Fadini (21)
- Guglielmo Gabetto (33)
- Ruggero Grava (27)
- Giuseppe Grezar (30)
- Ezio Loik (29)
- Virgilio Maroso (23)
- Danilo Martelli (25)
- Valentino Mazzola (30)
- Romeo Menti (29)
- Piero Operto (22)
- Franco Ossola (27)
- Mario Rigamonti (26)
- Julius Schubert (26)

Dirigenti:

- Arnaldo Agnisetta
- Ippolito Civalleri
- Andrea Bonaiuti

Allenatori:

- Egri Erbstein (50)
- Leslie Lievesley (37)
- Osvaldo Cortina (Massaggiatore)

Giornalisti:

- Renato Casalbore (58)
- Renato Tosatti (40)
- Luigi Cavallero

Equipaggio:

- Pierluigi Meroni
- Celeste D'Inca
- Cesare Biancardi
- Antonio Pangrazi



Era un calcio diverso ma ciò che faceva grandi quegli uomini era, oltre allo strapotere tecnico e fisico, la loro forza morale: in un momento di crisi di identità come quello del Dopoguerra fu un coagulo importantissimo per gli italiani. Rappresentavano una serie di valori che il popolo aveva come dimenticato, perso per strada: la dignità, l’onore, la fierezza. La gente si riconosceva nei suoi campioni, che erano persone normali: li incontravi per strada, al bar, alcuni di loro avevano dei negozi in centro dove lavoravano.
(Franco Ossola)

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