Dignità a un uomo che dignità non ebbe: Italia, povera, Italia

"Italia, povera Italia mia...." diremmo oggi dopo aver udito le ultime clamorose notizie riguardanti il Capo dei Capi di Cosa Nostra Totò Riina e la richiesta assurda avanzata dai suoi avvocati alla Cassazione secondo la quale essendo lui ormai vecchio e malato avrebbe diritto ad una morte dignitosa.
Ma come si può, mi chiedo, donare una morte dignitosa ad un uomo che nella sua vita ha sparso sangue innocente.
Riina il burattinaio, colui che si definì lo Stato. Colui che forse ancora controlla nonostante tutto il Potere, quel potere chiamato Stato che ogni giorno usurpa e priva gente onesta della propria dignità.
Quale dignità ebbero il Generale Dalla Chiesa e la sua giovane consorte; il capitano Basile, i giudici e i magistrati che hanno pagato con la propria vita per il sogno di un mondo libero dalla Mafia e dalla violenza.
"Italia, povera Italia mia...".
La Cassazione due giorni fa ha aperto al differimento della pena per Riina, che oggi ha 86 anni, donando una spiegazione al quanto assurda secondo la quale la morte dignitosa andrebbe assicurata ad ogni detenuto.
Quindi a quanto par di capire Riina verrà trasferito in una struttura adeguata che gli allungherebbe la vita e gli donerebbe una morte dignitosa.
Oggi come allora muoiono un'altra volta coloro che per la Mafia hanno dato la loro vita; muoiono le speranze di tanta gente onesta; muore un intero Stato che ancora una volta si inchina al male.
"Italia, povera Italia mia..."


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