Domani, 27 giugno, saranno quattro anni da quando Stefano Borgonovo è rinato al Cielo.
Era un caldo pomeriggio quel 27 giugno 2013, quando nella sua casa di Giussano con accanto i propri familiari se ne andava, vittima di una malattia che non lascia scampo, che in un sol attimo frantuma sogni, che travolge e stravolge la vita, per sempre.
"La Stronza", la SLA, una malattia neuro-degenerativa che immobilizza il tuo corpo, che ti condanna al mutismo e che lentamente arriva a soffocarti.
Stefano Borgonovo, per i tifosi Borgo-gol, nasce a Giussano nel 1964.
Una carriera da calciatore nella massima serie.
In maglia viola, la Fiorentina, forma la coppia d'attacco con Roberto Baggio, passata alla storia la BeB o la B2.
Ascoli, Como, Milan, Fiorentina, Udinese, Pescara e Brescia le casacche che ha indossato.
Lottatore in campo e nella vita.
Soprattutto quando nel 2008 annuncia al mondo di essere stato colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Una diagnosi letale capace di piegare anche un masso, non lui però.
Non la sua forza di vivere, di lottare.
E così da vita alla Fondzione Onlus Stefano Borgonovo che da quel 2008 sostiene ogni giorno la ricerca per vincere e sconfiggere la SLA.
Nonostante la malattia Borg-gol non perse mai il sorriso sulle labbra, quell'ironia che da sempre lo aveva accompagnato.
La fiammella della sua vita si spegne quell'afoso pomeriggio di giugno, e domani saranno già quattro anni.
Quattro anni, si, da quando è andato via, con il sorriso sulle labbra.
Memorabile è la frase che rilasciò in un'intervista prima del fischio d'inizio di una gara di solidarietà tra vecchie glorie di Fiorentina e Milan, che riportiamo: "Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all'oratorio. Perché io amo il calcio".
Era un caldo pomeriggio quel 27 giugno 2013, quando nella sua casa di Giussano con accanto i propri familiari se ne andava, vittima di una malattia che non lascia scampo, che in un sol attimo frantuma sogni, che travolge e stravolge la vita, per sempre.
"La Stronza", la SLA, una malattia neuro-degenerativa che immobilizza il tuo corpo, che ti condanna al mutismo e che lentamente arriva a soffocarti.
Stefano Borgonovo, per i tifosi Borgo-gol, nasce a Giussano nel 1964.
Una carriera da calciatore nella massima serie.
In maglia viola, la Fiorentina, forma la coppia d'attacco con Roberto Baggio, passata alla storia la BeB o la B2.
Ascoli, Como, Milan, Fiorentina, Udinese, Pescara e Brescia le casacche che ha indossato.
Lottatore in campo e nella vita.
Soprattutto quando nel 2008 annuncia al mondo di essere stato colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Una diagnosi letale capace di piegare anche un masso, non lui però.
Non la sua forza di vivere, di lottare.
E così da vita alla Fondzione Onlus Stefano Borgonovo che da quel 2008 sostiene ogni giorno la ricerca per vincere e sconfiggere la SLA.
Nonostante la malattia Borg-gol non perse mai il sorriso sulle labbra, quell'ironia che da sempre lo aveva accompagnato.
La fiammella della sua vita si spegne quell'afoso pomeriggio di giugno, e domani saranno già quattro anni.
Quattro anni, si, da quando è andato via, con il sorriso sulle labbra.
Memorabile è la frase che rilasciò in un'intervista prima del fischio d'inizio di una gara di solidarietà tra vecchie glorie di Fiorentina e Milan, che riportiamo: "Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all'oratorio. Perché io amo il calcio".
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