Crotone si porta dentro una ferita, una ferita che il tempo ha in parte rimarginato sì ma che nonostante tutto fa male, ancora.
Puntualmente ogni anno il tempo par arrestare la sua corsa, si toglie il cappello, si inchina a ricordare chi quel giorno perse la vita.
Il 14 ottobre 1996 l'abbondante pioggia fa esondare il fiume Esaro con conseguente distruzione di una vasta area della città di Crotone.
Il bilancio sarà catastrofico.
6 morti, migliaia di sfollati, danni a 358 imprese per 126 miliardi di lire.
La settimana precedente abbondanti piogge avevano interessato la città pitagorica, quella mattina ben 120 mm d'acqua caddero sul bacino del piccolo fiume Esaro. Questi andarono ad alimentare tutti i corsi d'acqua affluenti dell'Esaro che provenivano da Cutro.
Verso le ore 12:00 di quel 14 ottobre la piena raggiunse la periferia occidentale di Crotone.
Una massa di fango e acqua che sommerse in poco tempo i primi piani delle abitazioni estendendosi progressivamente lungo tutta la città.
Numerosi prefabbricati, case, edifici, vennero spazzati via dall'acqua e dal fango.
I ponti furono distrutti quasi tutti.
Sei persone morirono quel giorno.
Un'intera città messa in ginocchio.
Una città mutilata, una città che a distanza di ventuno anni si trova ancora lì a leccarsi le ferite, a ricordare, già perché la tragedia vera non è morire ma dimenticare.
Puntualmente ogni anno il tempo par arrestare la sua corsa, si toglie il cappello, si inchina a ricordare chi quel giorno perse la vita.
Il 14 ottobre 1996 l'abbondante pioggia fa esondare il fiume Esaro con conseguente distruzione di una vasta area della città di Crotone.
Il bilancio sarà catastrofico.
6 morti, migliaia di sfollati, danni a 358 imprese per 126 miliardi di lire.
La settimana precedente abbondanti piogge avevano interessato la città pitagorica, quella mattina ben 120 mm d'acqua caddero sul bacino del piccolo fiume Esaro. Questi andarono ad alimentare tutti i corsi d'acqua affluenti dell'Esaro che provenivano da Cutro.
Verso le ore 12:00 di quel 14 ottobre la piena raggiunse la periferia occidentale di Crotone.
Una massa di fango e acqua che sommerse in poco tempo i primi piani delle abitazioni estendendosi progressivamente lungo tutta la città.
Numerosi prefabbricati, case, edifici, vennero spazzati via dall'acqua e dal fango.
I ponti furono distrutti quasi tutti.
Sei persone morirono quel giorno.
Un'intera città messa in ginocchio.
Una città mutilata, una città che a distanza di ventuno anni si trova ancora lì a leccarsi le ferite, a ricordare, già perché la tragedia vera non è morire ma dimenticare.
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