Sui loro volti riecheggia la paura. Tra le mani stringono un fucile che spara trecento colpi al secondo.
Si nascondono dietro cassonetti dell'immondizia o dietro le auto parcheggiate nelle stradine del Pakistan, della Somalia, della Palestina e dello Yemen.
Molti di loro non hanno che sette, otto anni, qualcuno anche di meno.
E' la triste realtà dei bambini kamikaze.
Bambini che vengono sottratti a famiglie, privati dei loro sogni, della propria dignità e istruiti per uccidere.
Autentiche macchine da guerra.
Molti di loro vengono caricati di tritolo e fatti saltare in aria tra il silenzio delle istituzioni politiche, militari e religiose.
700 sono i bambini uccisi o mutilati dal 2014 ad oggi.
Numeri impressionanti che vanno aumentando con l'Isis che non si fa alcun scrupolo ad addestrare e uccidere i bambini.
Bambini a cui vengono sottratti gli anni felici dell'infanzia e dell'adolescenza.
Bambini usati per portare odio, violenza, morte.
Anche le bambine non sono risparmiate.
Sottratte alle loro famiglie vengono prima violentate, poi costrette a combattere o date in moglie agli ufficiali come premio per il loro valore.
I bambini rapiti sono chiamati ad uccidere altri bambini, coloro che si ribellano, coloro che cercano di fuggire.
Prima di combattere e durante l'addestramento ai bambini vengono fatte delle iniezioni.
Orrore puro a cui pare non esserci al momento alcun rimedio.
Bambini e bambine private dei loro diritti e costretti ad uccidere. Bambini seviziati, maltratti, privati della propria dignità dalla cattiveria dell'uomo che non conosce limiti.
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