Calcio al Femminile: Intervista ad Alessia Pullano

Giocare con i tacchi a spillo? Si, è possibile. O almeno non come potremmo immaginare.

Da qualche anno si fa sempre più largo nel mondo dello sport il calcio femminile.
Ed è proprio al calcio femminile e più nello specifico, calcio a 5, che abbiamo deciso di dedicare uno spazio all'interno del nostro blog.
Da oggi nascerà la rubrica "Il calcio rosa", e prevederà una serie di interviste alle calciatrici del territorio calabrese.
Cominciamo con le ragazze di due squadre di calcio che sabato scorso hanno disputato la finale della Coppa Italia Dilettanti: le ragazze della Sangiovannese e quelle della AGLES Catanzaro.

Vi presentiamo Alessia Pullano, calciatrice della Sangiovannese.

D: "Buongiorno e grazie per l’intervista che ci stai concedendo".

R: "Buongiorno e grazie a voi".

D: "Sei nata in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?"

R: "Fin da piccola ho sempre guardato le partite in televisione con papà, ho iniziato a giocare con i miei cugini nel quartiere di casa mia. E' una passione che cerco di colmare dall'età di 5 anni ma per vari motivi, tra cui infortuni, non c'è mai stata occasione di mettermi in mostra e ad oggi posso dire di essere felicissima di far parte di questo gruppo".

D: "Perché hai preferito il calcio a 5 al calcio ad 11?"

R: "Ho sempre voluto giocare ad 11 ma purtroppo qui in Calabria non ci sono molte possibilità per il calcio femminile. Il calcio a 5 mi piace da morire e sono sicura mi toglierò parecchi sassolini".

D: "Ti è mai capitato nella tua carriera, magari quando eri più piccola, subire dei pregiudizi o ingiustizie per la tua passione considerata da molti (prettamente maschile)?"

R: "Tantissime volte, anzi quasi sempre. Ancora oggi quando mi capita di giocare con i ragazzi c'è sempre il fenomeno di turno 'ragazzi ma è una femmina, dove deve andare?' ed io sorrido perché mi dispiace che ci sia ancora tanta ignoranza e così tanti pregiudizi. Per cui li lascio parlare e gioco perché è la cosa che mi piace di più al mondo e non mi sono mai fatta influenzare".

D: "A che età hai cominciato a giocare?"

R: "Credo di averlo detto prima. Comunque avevo 4 o 5 anni".

D: "In che ruolo giochi?"

R: "Centrale difensivo".


D: "Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?"

R: "Devo dire che quest'anno è più difficile andare agli allenamenti, per la distanza che si presenta, essendo distante 45 minuti da San Giovanni, per cui a volte per allenarmi prendo il pullman anche quattro ore prima dell'allenamento, ma lo faccio con tutta la passione e non mi pesa affatto, anche perché ho incontrato persone fantastiche e andare all'allenamento è un vero piacere".

D: "Quali sono i ricordi più belli che hai legati alla tua attività agonistica?"

R: "Non ce n'è uno solo, ma se dovessi scegliere direi senza ombra di dubbio la finale di Coppa Italia disputata ieri, nonostante la sconfitta abbiamo dimostrato di essere un gruppo unito e di non mollare, lottando su ogni pallone. Sono state delle emozioni indescrivibili e sono sicura che ci rifaremo".


D: "Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?"

R: "Non ne ho uno in particolare, mi basta stare con le mie compagne o anche solo uno sguardo sugli spalti per vedere se è presente la mia famiglia. La loro presenza mi da la carica".


D: "Quali sono i tuoi idoli calcistici?"

R: "In assoluto Alessandro Del Piero, non solo a livello calcistico ma per essere un signore dentro e fuori dal campo. Come lui anche Javier Zanetti e Paolo Maldini.
Sono delle leggende e penso che chi vuole diventare calciatore debba ispirarsi a loro".

D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"

R: "Mi ha fatta crescere, in tutti i sensi. Ho acquisito la calma che mi mancava durante le partite, grazie anche alle mie compagne. E ringrazio il calcio perché mi ha permesso di conoscere persone eccezionali".

D: "Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?"

R: "Ho capito che se credi in ciò che fai puoi raggiungere tutti gli obiettivi".

D: "A fianco di quale campione del calcio e maschile e femminile ti piacerebbe giocare?"

R: "Alessandro Del Piero e Claudio Marchisio. Nel femminile con Martina Rosucci o anche Melania Gabbiadini".

D: "Cosa differenzia secondo te il calcio femminile da quello maschile?"

R: "I tifosi. Trovo ingiusto che il calcio maschile sia molto più seguito, soprattutto qui in Italia, perché negli altri Paesi, come gli Stati Uniti, il calcio femminile è molto più seguito del maschile".

D: "Come ti vedi tra dieci anni?"

R: "Non mi vedo. Spero di continuare a fare bene e poi chi lo sa. Il futuro è nelle mie mani".

D: "Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?"

R: "Ora voglio concentrarmi sul campionato, dopo la sconfitta nella Coppa, sono sicura faremo grandi cose quest'anno".

D: "Come giudichi il calcio calabrese?"

R: "Sicuramente in Calabria ci sono meno possibilità di diventare qualcuno ma con la giusta determinazione si possono ottenere buoni risultati".

D: "Chi è il tuo più grande tifoso?"

R: "In questo momento la mia famiglia".



D: "Quali consigli ti sentiresti di dare ad una bambina che come te vorrebbe intraprendere la carriera calcistica?"

R: "Consiglio di non abbattersi mai e di credere sempre in ciò che si fa perché prima o poi le soddisfazioni arriveranno, anche nei momenti più brutti".

D: "Grazie per l’intervista. Vuoi salutare e dire grazie a qualcuno?"

R: "Grazie a voi. Voglio ringraziare la mia società per la fiducia che mi è stata data e le mie compagne che hanno creduto sempre in me, soprattutto qualcuna".


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