Giocare con i tacchi a spillo? Si, è possibile. O almeno non come potremmo immaginare.
Da qualche anno si fa sempre più largo nel mondo dello sport il calcio femminile.
R: "Mi ha dato la sicurezza di credere in quello che voglio, mi ha insegnato a non mollare mai, di credere in quello che sono e di lottare contro ogni ostacolo".
Da qualche anno si fa sempre più largo nel mondo dello sport il calcio femminile.
Ed è proprio al calcio femminile e più nello specifico, calcio a 5, che abbiamo deciso di dedicare uno spazio all'interno del nostro blog.
Da oggi nascerà la rubrica "Il calcio rosa", e prevederà una serie di interviste alle calciatrici del territorio calabrese.
Cominciamo con le ragazze di due squadre di calcio che sabato scorso hanno disputato la finale della Coppa Italia Dilettanti: le ragazze della Sangiovannese e quelle della AGLES Catanzaro.
Vi presentiamo Gina Nicastro, calciatrice della Sangiovannese.
D: "Buongiorno e grazie per l’intervista che ci stai concedendo".
R: "Buongiorno e grazie a voi".
D: "Sei nata in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?"
R: "La passione per il calcio mi è stata trasmessa da mio papà".
D: "Perché hai preferito il calcio a 5 al calcio ad 11?"
R: "Sinceramente non lo so. Ma non fa differenza, basta che ho un pallone nei piedi e sono felice. Non importa se è calcio a 5 o calcio a 11".
D: "Ti è mai capitato nella tua carriera, magari quando eri più piccola, subire dei pregiudizi o ingiustizie per la tua passione considerata da molti (prettamente maschile)?"
R: "Assolutamente si. Da piccola giocavo spesso nel cortile solo con ragazzi e diciamo che i miei parenti stessi mi chiamavano 'maschiaccio' ma grazie a questi pregiudizi ho imparato con il tempo a non ascoltare persone che non vogliono la tua felicità, persone che si soffermano solo sul pensiero comune. Se avessi ascoltato i loro pregiudizi non ero qui a far parte di una squadra ma molto probabilmente praticavo danza. Ma ho fatto quello che volevo, quello che amavo e che amo".
D: "A che età hai cominciato a giocare?"
R: "Da piccola, nel cortile di casa".
D: "In che ruolo giochi?"
R: "Diciamo che non ho un ruolo specifico, cerco di dare il meglio di me in qualsiasi posizione in campo ma se devo proprio scegliere dico difensore centrale".
D: "Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?"
R: "Prima il lavoro poi il calcio. Delle volte non riesco a far parte della squadra per impegni lavorativi a cui do priorità ma loro sanno che anche da lontano io le sostengo sempre e tifo per loro".
D: "Quali sono i ricordi più belli che hai legati alla tua attività agonistica?"
R: "Tre anni fa, la mia prima partita. Emozioni fantastiche che solo chi ama questo sport può capire".
D: "Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?"
R: "Non ho un rito, cerco solo la concentrazione".
D: "Quali sono i tuoi idoli calcistici?"
R: "Ne ho tanti, ad iniziare da Pavel Nedved per finire a Claudio Marchisio".
D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"
R: "Mi ha dato la sicurezza di credere in quello che voglio, mi ha insegnato a non mollare mai, di credere in quello che sono e di lottare contro ogni ostacolo".
D: "Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?"
R: "Il calcio ti insegna a non mollare mai, come ho già detto prima, ed è questo che mi aiuta ogni giorno. Quando c'è qualcosa che non va prendo un pallone, faccio due tiri e passa tutto".
D: "A fianco di quale campione del calcio e maschile e femminile ti piacerebbe giocare?"
R: "Ci sono tanti calciatori con cui mi piacerebbe giocare".
D: "Cosa differenzia secondo te il calcio femminile da quello maschile?"
R: "L'unica differenza è che loro sono maschi e noi femmine. Stop".
D: "Come ti vedi tra dieci anni?"
R: "Non sono una a cui piace vedersi tra due o tre anni, mi piace vivere la giornata, poi si vedrà".
D: "Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?"
R: "Prendere più sicurezza in campo e spero di poter aiutare la mia squadra a raggiungere grandi traguardi insieme".
D: "Come giudichi il calcio calabrese?"
R: "Il calcio calabrese in questi ultimi anni sta crescendo moltissimo e sono felicissima per questa cosa. Noi calabresi non siamo molto ottimisti, dobbiamo credere di più nelle nostre potenzialità e dare più possibilità ai giovani, sono loro il nostro futuro".
D: "Chi è il tuo più grande tifoso?"
R: "Diciamo che non ho nessun tifoso. La mia famiglia non è mai venuta a vedersi una mia partita, quindi a questa domanda non saprei risponderti".
D: "Quali consigli ti sentiresti di dare ad una bambina che come te vorrebbe intraprendere la carriera calcistica?"
R: "Di non ascoltare i pregiudizi, perché le persone parlano sempre a prescindere da quello che vuole fare lei. Di fare quello che si sente di fare e fregarsene del resto".
D: "Grazie per l’intervista. Vuoi salutare e dire grazie a qualcuno?"
R: "Volevo ringraziare la società Sangiovannese, il mister Pagliaminuta, il nostro presidente Giuseppe Audia e infine tutta la mia squadra che nella finale disputata ha dato il cuore".
D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"
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