Calcio al Femminile: Intervista a Maria Concetta Leone

Giocare con i tacchi a spillo? Si, è possibile. O almeno non come potremmo immaginare.

Da qualche anno si fa sempre più largo nel mondo dello sport il calcio femminile.
Ed è proprio al calcio femminile e più nello specifico, calcio a 5, che abbiamo deciso di dedicare uno spazio all'interno del nostro blog.
Da oggi nascerà la rubrica "Il calcio rosa", e prevederà una serie di interviste alle calciatrici del territorio calabrese.
Cominciamo con le ragazze di due squadre di calcio che sabato scorso hanno disputato la finale della Coppa Italia Dilettanti: le ragazze della Sangiovannese e quelle della AGLES Catanzaro.

Vi presentiamo Maria Concetta Leone, calciatrice della Sangiovannese.



D: "Buongiorno e grazie per l’intervista che ci stai concedendo".

R: "Buongiorno e grazie a voi".



D: "Sei nata in una terra, quella calabrese, che è ricca della storia di tanti sport. Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?"

R: "Fin da piccola guardavo sempre mio fratello e i miei cugini giocare e con il tempo ho capito che questo sport rispetto agli altri praticati mi incuriosiva parecchio e da una curiosità alla fine è diventata una passione travolgente".

D: "Perché hai preferito il calcio a 5 al calcio ad 11?"

R: "Non ho mai provato a giocare a calcio a 11 perché purtroppo qui non ci sono molte possibilità qui in Calabria, anche se mi piacerebbe tanto provare. Non avrei alcuna preferenza l'importante è toccare il pallone e io non capisco più nulla".

D: "Ti è mai capitato nella tua carriera, magari quando eri più piccola, subire dei pregiudizi o ingiustizie per la tua passione considerata da molti (prettamente maschile)?"

R: "Si, mi è capitato tante volte di sentirmi dire 'ma dove vuoi andare, sei una femmina, non andrai mai avanti, cambia sport' ma io non mi sono mai fatta influenzare e li lasciavo parlare perché poi alla fine se avevo qualcosa da dimostrare la dimostravo sul campo".


D: "A che età hai cominciato a giocare?"

R: "A 9 anni".

D: "In che ruolo giochi?"

R: "Pivot o laterale".

D: "Come alterni i tuoi impegni giornalieri con la passione per il calcio e dunque con gli allenamenti e le partite?"

R: "Beh, devo dire che quest'anno è più difficile andare agli allenamenti per la distanza, per cui a volte per allenarmi prendo il pullman anche quattro ore prima dell'allenamento. Anche se prima mi pesava un po' andarci essendo distante 45-50 minuti da San Giovanni, ora invece non mi pesa più di tanto perché ho incontrato persone stupende e quindi mi fa piacere andarci".

D: "Quali sono i ricordi più belli che hai legati alla tua attività agonistica?"

R: "Ci sono tanti ricordi belli. Non ne ho uno in particolare".

D: "Hai un rito propiziatorio prima di entrare in campo? Se si, quale?"

R: "No, nessun rito. Solo massima concentrazione".

D: "Quali sono i tuoi idoli calcistici?"

R: "Senza dubbio Alessandro Del Piero. Lo seguo fin da quando ero piccola ed è sempre stato il mio calciatore preferito".

D: "Il calcio cosa ti ha dato a livello personale?"

R: "Come prima cosa grandi emozioni ma soprattutto mi ha fatto crescere sia fisicamente e sia mentalmente e a farmi acquisire molta calma".

D: "Quali insegnamenti ti ha dato il calcio e che ti servono o ti sono serviti nella vita di tutti i giorni?"

R: "Mi ha dato tanti insegnamenti ma uno in particolare c'è, ovvero quello di non mollare mai dentro e fuori dal campo e anche se si presentano ostacoli bisogna abbatterli e raggiungere gli obiettivi predisposti".

D: "Cosa differenzia secondo te il calcio femminile da quello maschile?"

R: "Non c'è tanta differenza se non che in un campo giocano gli uomini e nell'altro le donne".

D: "Come ti vedi tra dieci anni?"

R: "Spero come sono ora, crescendo e migliorando sempre di più giorno dopo giorno. Non penso già al futuro per ora mi vivo il presente".

D: "Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?"

R: "Sperare di giocare il prima possibile poiché sono infortunata e vincere con la mia squadra".

D: "Come giudichi il calcio calabrese?"

R: "Non ho un giudizio particolare, ma almeno di una cosa possiamo essere contenti di come noi calabresi sosteniamo e seguiamo le nostre squadre".

D: "Chi è il tuo più grande tifoso?"

R: "Ovviamente la mia famiglia".


D: "Quali consigli ti sentiresti di dare ad una bambina che come te vorrebbe intraprendere la carriera calcistica?"

R: "L'unico consiglio che posso dare, anche per esperienza personale, è quello di crederci sempre in questo sport perché capiterà che si trovino ostacoli, occasioni sfumate e non poter far vedere chi sei, ma l'unica forza che ti porterà avanti è credere in te stessa e seguire la propria passione fino alla fine perché quando arriverà la prima emozione sarà una sensazione indescrivibile".

D: "Grazie per l’intervista. Vuoi salutare e dire grazie a qualcuno?"

R: "Grazie a voi. Voglio salutare le mie compagne di squadra e quelli che credono in me".



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