Mariele Ventre nel ricordo di Padre Berardo Rossi

Mariele chi è? Sarà forse una fatina, una maestra, una madre, una sorella, una santa. Mariele chi è?
Cita una canzone a lei dedicata e interpretata nel 2005 dal Piccolo Coro "Mariele Ventre" dell'Antoniano di Bologna.
Ho parlato già di Mariele nel mio blog, ho letto il libro "Lettere di Mariele Ventre" e posso tranquillamente dire di essermene innamorato.
A novembre ho avuto l'immenso onore e privilegio di visitare la Fondazione "Mariele Ventre" gestita dalla sorella Maria Antonietta che mi fatto dono di un libro, un libro meraviglioso scritto da Padre Berardo Rossi, uno dei fautori dello Zecchino d'Oro e per tanti anni direttore dell'Antoniano.
Padre Berardo Rossi offre al lettore una descrizione dettagliata e amorevole di Mariele Ventre e come donna e come direttrice del Piccolo Coro.
Mariele Ventre vede la luce il 16 luglio 1939 a Bologna. In quel periodo l'Italia intera era prettamente sotto il dominio fascista.
Mariele, all'anagrafe Maria Rachele, e sua sorella Maria Antonietta vengono indirizzate all'amore per la musica da papà Livio.
Per Mariele è subito amore. La musica, il suono del pianoforte, le sue mani che scivolano lente sulla tastiera e le note che si propagano nell'aria.
Sin dall'infanzia la Chiesa di Sant'Antonio a Bologna diventa la sua seconda casa.
E' amore a prima vista. Lei semplice catechista che coltiva il sogno, un giorno, di poter diventare una grande concertista.
Il tanto atteso diploma arriva ma la giovane Mariele è ignara di ciò che sta per accadere.
All'Antoniano infatti arriva lo Zecchino d'Oro e i frati cercano qualcuno, o meglio qualcuna che possa essere guida e madre per i tanti bambini.
I frati non hanno dubbi. Lei è quella perfetta.
E così Mariele risponde sì a quella chiamata. Una sorta di vocazione per lei che non sa dire di no.
Mariele capisce sin da subito che per quei bambini la musica è vita, ma soprattutto lo stare insieme è qualcosa di meraviglioso. E da qui l'idea di creare un piccolo coro.
Il canto è per lei gioco ma soprattutto impegno. Ai bambini insegna i valori veri, essenziali. Nel piccolo coro non esistono rivalità e complicazioni ma solo spirito di squadra.
In poco tempo Mariele diventa per quei bambini una guida, una madre, una sorella.
Sull'esempio di San Francesco si fa serva, umile tra gli umili, abbraccia l'ideale francescano seppur ella mai si consacrerà.
Con piglio dolce e autorevole infondeva ai bambini la capacità di apprezzare le piccole cose della vita.
Dotata di un sorriso magnetico e di una gestualità inconfondibile portò il Piccolo Coro dell'Antoniano in tutto il mondo, con un repertorio di oltre 1400 brani.
Con la sua umiltà e semplicità rivoluzionò il modo di concepire il canto corale per l'infanzia.
Il Piccolo Coro diventa non solo una scuola di canto ma bensì una scuola di vita. Mariele insegna a quei bambini l'amore, l'uguaglianza, l'amicizia. Insegna loro ad essere uomini e donne portatori di sani valori.
Il suo sorriso, il suo dolce piglio autorevole, il rigore, la tenacia, unite poi ad una salda e forte vocazione la resero straordinaria e popolare agli occhi di coloro che l'hanno conosciuta.
Nel settembre 1992 iniziò il calvario per Mariele.
Con sorriso e semplicità abbracciò quella Croce, chiedendo al Signore di "non farla morire in panchina".
E così fu. Nonostante il suo corpo fosse minato dalla malattia portò avanti i suoi impegni con grande dedizione.
Dal 19 al 26 novembre 1995, 38° Zecchino d'Oro, dirigerà il Coro con maestria ed eleganza.
Ai telespettatori appare in forma anche se notevolmente smagrita. Accanto a lei vi è Sabrina Simoni.
Lo Zecchino d'Oro si concluse con la vittoria della canzone russa "Il sole verrà".
Quella sera Mariele uscirà dall'Antoniano con le spalle protette da uno scialle di lana bianco. Si sforza di sorridere. Prima di uscire alza gli occhi verso il bassorilievo raffigurante Santa Maria Goretti.
E' il suo arrivederci all'Antoniano.
Dal giorno seguente la malattia diventa padrona assoluta.
Mariele è costretta a letto. Il suo corpo è ormai piagato dalla malattia.
Nonostante ciò il suo pensiero è sempre volto a chi è nella sofferenza. Ai suoi bambini del Piccolo Coro, ai suoi amici, ai suoi parenti.
Dalla sua croce sorride e parla a gesti.
La fiamma di una candela. La candela della sua vita che lentamente si consuma giorno dopo giorno.
Un calvario lungo e silenzioso, fatto di preghiera, di semplici gesti quale donare i fondi per la realizzazione di un ospedale pediatrico in Congo. Quell'ospedale che oggi porta il suo nome.
E arriva il 16 dicembre. E' un sabato.
Il sole ancora non è sorto. Alle 4 del mattino Mariele si addormenta per sempre.
Due angeli, inviati dal cielo, scendono e la prendono per mano. La conducono sulla scala d'oro all'incontro con il Signore che le affida la direzione del Coro degli angeli.
E così mi piace immaginarla. Vestita di bianco, col volto illuminato e sereno, con la sua dolcezza e il suo sorriso a dirigere il coro degli angeli.
Oggi il Piccolo Coro porta il suo nome. Piccolo Coro "Mariele Ventre" dell'Antoniano di Bologna ed è guidato da Sabrina Simoni.
Mariele Ventre è stata madre, fatina, sorella, amica e perché no, anche santa.
La sua dedizione impareggiabile e accompagnata da una fede salda ha consentito al Piccolo Coro di portare in Italia e nel mondo un prezioso messaggio di bontà, speranza e attenzione affettuosa all'infanzia.
Piccola, minuta ma con un cuore traboccante di gioia e amore contagioso donò la sua vita ai piccoli, vedendo in loro il volto del Signore.
A loro insegnò ad amare le cose semplici e pulite della vita.
I suoi occhi felici, penetranti e complici, anche nelle ore dell'angoscia e della sofferenza, scrutano i visitatori della Fondazione a lei dedicata.
Concludo con le parole di una canzone: "Perché l'amore è il più grande motore, che tiene il tempo del nostro cuore. E fa girare e sembrare infinita come una giostra la nostra vita. Perché l'amore è il solo motore per superare le nostre paure, per far aprire le serrature a tutti quelli che hanno chiuso il cuore".


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