La Roby's Intervista al Tenore Maurizio Guerra

Ho conosciuto Maurizio Guerra durante il Concerto di Natale tenutosi nel Duomo di Crotone.
A colpirmi senza dubbio fu la sua straordinaria esibizione da tenore.
Una voce capace di coinvolgere, appassionare, emozionare.
A tal proposito e soprattutto per dar esaltare il talento di un giovane crotonese, come me, ho deciso di scambiare con lui una breve chiacchierata.

D: "Buongiorno Maurizio e grazie per l’intervista che ci sta concedendo".

R: "Buongiorno e grazie a voi".

D: "Iniziamo dicendo quanti anni ha?"

R: "Rido, per il semplice motivo che ad un tenore non si chiede mai l'età, scherzo, diciamo  che sono un giovane tenore".

D: "Come è perché è nata questa sua passione per il canto?"

R: "Da sempre fin da piccolo ho avuto il dono della voce, cantavo sempre, a sette anni ho iniziato  a studiare violino,uno strumento che adoro e che continuo a suonarlo. Ascoltavo l’opera quasi tutti i giorni  era un qualcosa che mi piaceva, che mi apparteneva. Dunque la passione del canto posso dire che è innata". 

D: "L’altra sera ho avuto il piacere di sentirla cantare e devo dire che canta molto bene. Immagino dunque che abbia trovato dei bravi maestri, cosa si sente di dire loro?"

R: "Grazie per il complimento. Di mio sono una persona meticolosa,ligio allo studio, attento, preciso e con tanta passione per il canto.
Io ho iniziato con il soprano  Anna Maria Ferrante ottima insegnante. Prima di iniziare questo percorso  feci un'audizione con un baritono Renato Bruson,in quell'occasione avevo diciassette anni, Bruson mi  disse che era il caso che io studiassi canto perché gli piaceva la mia voce e mi vedeva alquanto ambizioso.
Nel percorso dei mie studi ho avuto il piacere e la fortuna di essere stato allievo in vari corsi di perfezionamento e master class con maestri dal calibro come  José Carreras, Rockwell Blake, Gloria Banditelli, Micheal Aspinal, Sergio Segalini, Anna Vandi,Giovanna Canettii il piacere di aver conosciuto Alfredo Kraus ed  altri approfondendo con essi la tecnica e i vari stili musicali- interpretativi".

D: "Quali sono le tecniche che lei crede siano fondamentali per riuscire a cantare bene?"

R: "La tecnica è una sola quella della scuola del bel canto italiano. La respirazione intercostale diaframmatica, suono in maschera, rotondo, ben  appoggiato sul fiato,con calma e diligenza conquistarsi un'estensione sia nella zona acuta sia nella zona grave,uniformità dei registri, senza mai sforzare la voce , la voce deve correre essere naturale, importante all'inizio dello studio del canto non esagerare  poiché lo strumento vocale è un bene prezioso, deve essere utilizzato con grande  zelo e  passione,  non esagerare mai a cantare cose non adatte alla propria vocalità ed estensione. Chi respira bene canta bene.
Se si ha la sensazione di sforzare o faticare, vuol dire che qualcosa non va. Vuol dire che qualcosa nella tecnica non funziona. E' determinante avere un buon insegnante ma tu allievo un buon orecchio e ottime sensazioni interne.
Essenziale la preparazione fisica. Camminare, correre  per potenziare la respirazione.
Fondamentale è avere tanta l'umiltà, coscienza della propria voce, metodo nello studio e avere anche la consapevolezza dei propri mezzi, scegliere il repertorio adatto alla propria voce. Aggiungerei  è importante un buon lavoro sul testo. Lavorare sul testo vuol dire essere già a metà dell'opera ".

D: "Quanto è importante il conservatorio per un aspirante cantante lirico?"

R: "Il Conservatorio è un'istituzione accademica dove trovi vari docenti. Allora anche qui devi avere la fortuna di trovare un maestro o una maestra bravo/a. Io ho avuto la fortuna di aver trovato bravi maestri e personalmente sono diligente e abbastanza attento per quanto concerne la mia vocalità".

D: "Quale è il ruolo più difficile da cantare? E quello meno impegnativo?"

R: "Non c'è un ruolo difficile da cantare o quello meno impegnativo. Diciamo che il mio impegno è costante sia quando canto una semplice arietta da camera e sia quando canto arie virtuosistiche.
Quando si canta e si è davanti al pubblico tutto deve essere musicalmente coinvolgente ed emozionante". 

D: "Quali sono i tre requisiti fondamentali che dovrebbe avere un cantante lirico, secondo lei?"

R: "Umiltà nello studio, essere una spugna, pronto ad assorbire tutto ciò che è buono per la tua tecnica vocale, poi tanto, tanto studio, insisto ancora dicendo che  è importante trovare il bravo maestro".

D: "La sua famiglia e i suoi amici cosa ne pensano di questa sua passione?"

R: "Ho avuto la fortuna di avere una  famiglia che mi ha seguito in tutti i miei studi.
Mi ha permesso di poter conseguire il massimo dei voti e la lode i seguenti titoli;il diploma in Canto e in Musica Vocale da Camera, ho studiato violino, la laurea in Design Industriale e Scenografia, mi occupo in particolare della produzione di Alta Gioielleria per aziende in Italia e all’estero".

D: "Quali saranno i suoi impegni futuri?"

R: "Da tempo ho lasciato il mondo del teatro musicale, mi dedico al repertorio cameristico vocale, poi collaboro con Armonie Antique con  il M° Luca Campana per la diffusione del repertorio tenorile nel periodo barocco".  

D: "A quale artista lirico si è da sempre ispirato?"

R: "Ho avuto l'intelligenza di non ispirarmi a nessuno. La tua voce deve essere la tua voce. E chi ti sente deve subito riconoscere chi canta, chi sei. Ho naturalmente dei riferimenti per quanto concerne la tecnica e gli stili musicali e i gusti.  Ho sempre ascoltato altri grandi tenori e non solo ma ho sempre cercato di mantenere la mia identità musicale, espressiva ed interpretativa e questo credo che sia essenziale e fondamentale".

D: "Quale è stato il suo primo ingaggio da tenore professionista?"

R: "Ho iniziato prestissimo, avevo diciannove anni  con Borsa Matteo in 'Rigoletto'. E poi da lì è stato un susseguirsi di belle ed interessanti esperienze. Avevo la mia agenzia,' Image Studio' con il Leone Magera, pianista di Luciano Pavarotti, da lì ho iniziato a spaziare dal repertorio mozartiano, rossiniano,al recitar cantando al barocco, al repertorio da camera, quello lideristico e in particolar modo al repertorio francese. Benjamin Britten, Francis Poulenc sono compositori  che  adoro".

D: "Quale è stata fino ad ora la sua più grande soddisfazione?"

R: "Tutti i concerti mi danno grandi soddisfazioni, mi fanno crescere, quando la gente vien e ti ringrazia dicendoti: ' mi ha emozionato'. Questa devo dire che è la grande soddisfazione ed emozione".

D: "Oltre al canto quali altre passioni ha?"

R: "Qualcuno mi ha definito un eclettico e forse lo sono amo dipingere ma adoro la scultura, mi occupo di ceramiche, di regia teatrale, costumista, scenografo, interior designer, scrivo spettacoli ispirati al teatro musicale etc  insomma arte sete di arte e di cose belle e con stile".

D: "Cosa si sentirebbe di dire ad un bambino che vorrebbe intraprendere la carriera da tenore?"

R: "Gioca,  bambino gioca a 18 anni se hai passione e la voce inizia a studiare canto. Ma attento, trova un bravo maestro".

D: "Grazie per l'intervista e a presto e buona fortuna per i prossimi impegni".

R: "Grazie a te Roby per l'intervista e per avermi dato questa opportunità. Ti aspetto ai miei prossimi concerti. Grazie ancora e a presto".



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