Non c'è pace per la Calabria. Ieri i Carabinieri di Catanzaro hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 19 indagati. Tra questi Domenico Tallini 68 anni di Forza Italia, Presidente del Consiglio Regionale. L'uomo è finito ai domiciliari ed è accusato, secondo le indagini, di aver aiutato la cosca Grande Aracri a costruire la società per la distribuzione di prodotti medicinali ed è stato ricambiato con il sostegno alle elezioni regionali del 2014. Il contributo di Tallini, ritengono gli investigatori, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.
Ma non è finita qui, il Procuratore Gratteri sta continuando ad indagare e sono certo che molto altro lerciume uscirà dal palazzo regionale.
Intanto, il deputato di Forza Italia Sergio Torromino non ha speso una parola a riguardo e non ha preso le distanze dall'intera vicenda ma bensì si erge quale paladino della giustizia presentandosi a Roma con una delegazione di sindaci calabresi per protestare contro la decisione del Governo di decretare la Calabria zona rossa. Una protesta che poca rilevanza ha, dal momento che la Calabria è zona rossa proprio a causa dell'inefficienza della gestione centrodestra. Ma in fondo cosa avrebbe mai potuto dire il deputato se qualche mese fa ha brindato proprio con Tallini in occasione delle elezioni comunali qui a Crotone.
Mi sarei quanto meno aspettato che chiedesse scusa ai calabresi per aver appoggiato, anche se indirettamente, un delinquente. Ma Forza Italia si sa, i delinquenti non li caccia via ma anzi li candida.
Chissà cosa diranno gli elettori di Forza Italia, anche quelli che non l'hanno votato direttamente ma indirettamente l'hanno sostenuto. E attenzione tra votare e sostenere non c'è poi questa grande differenza, anche se votare uno che era già stato definito impresentabile un "mea culpa" lo si dovrebbe fare.
Nessuna replica e nessuna presa di posizione neanche da Pedace e la Marrelli, i due neo consiglieri dell'opposizione che proprio grazie a Tallini hanno potuto appoggiare il candidato a sindaco del centrodestra Antonio Manica. E già, lui, quello che parlava di onestà, di legalità, quello che ribadiva di non voler fare inciuci con nessuno e che guardava il marcio ovunque quando il marcio lo aveva proprio tra i suoi sostenitori.
Mi aspetto quanto meno le dovute scuse da parte dei due consiglieri se non addirittura un passo indietro e dimissioni imminenti.
Nessuna presa di posizione neanche dalla deputata Mariastella Gelmini, che chiede le dimissioni di Morra per una sua dichiarazione poco felice e che mi permetto di aggiungere è da condannare, ma non spende parola alcuna su Tallini e sui suoi rapporti con il clan mafioso.
Ma in fondo si sa si tende sempre a guardare la "pagliuzza nell'occhio dell'altro e non la trave nel proprio occhio".
Nessun commento neanche dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi impegnato in questi giorni nella diatriba con Salvini e Meloni.
L'inchiesta della Procura non è certamente ancora chiusa. Chissà nei prossimi giorni cosa spunterà fuori, come diceva Rino Gaetano "chi vivrà, vedrà".
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